Castel Mareccio

Castel Mareccio è un antico maniero a due passi dal centro storico cittadino, immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un incantevole vista sul Catinaccio - Rosengarten, il castello del XII secolo è stato ristrutturato negli anni 80 ed adibito a centro congressuale e dispone di sale espositive.

Le sue antiche sale impreziosite da affreschi, adeguatamente ristrutturate e dotate di avanzate tecnologie congressuali, possono ospitare fino a 200 persone e sono sicuramente una delle strutture più interessanti ed esclusive per ospitare convegni, incontri aziendali, banchetti, seminari, conferenze, serate culturali, concerti e mostre.

Particolarmente suggestiva la veduta del castello dall'attigua passeggiata Lungotalvera, dove scorre il torrente Talvera che giunge dalla Val Sarentino ed attraversa Bolzano.

Parcheggio adiacente. È possibile effettuare visite guidate al castello (prenotazione obbligatoria di almeno 15 persone). Il castello non è visitabile durante le manifestazioni.

La storia in breve

Dei quattro castelli di Bolzano, Mareccio è l'unico situato nelle immediate vicinanze del centro storico, in una posizione residenziale più che di difesa o attacco. Il primo proprietario, certo Berthold von Bozen, fece costruire la torre più antica nell'anno 1194 sui resti di un'abitazione preesistente.

Diversi proprietari si susseguirono nel corso degli anni, fra cui l'Arciduca Sigismondo fino al sostanziale ampliamento voluto dai Römer verso la metà del XVI secolo. Fecero costruire altre quattro torri ed affrescare la sala dei cavalieri, la cappella e le sale delle torri.

La ricca decorazione murale di Castel Mareccio costituisce una pietra miliare del tardo rinascimento tirolese i cui autori non sono noti. Vi si desume comunque uno stretto collegamento con l'arte di corte dell'Arciduca Ferdinando II a Innsbruck. Il ciclo della sala Römer presenta ricchi contenuti e riferimenti all'antichità, alla tradizione biblica ed una consistente fonte di riferimenti araldici.

Il quadrato magico si trova al secondo piano del castello, accessibile solo accompagnati dal personale. Si tratta di un gioco di parole che si possono leggere in tutte e quattro le direzioni, leggibili nei due sensi. La traduzione letterale significa "il seminatore Arepo tiene con la sua opera le ruote" oppure "il seminatore col suo lavoro tiene (guida) le ruote (dell'aratro)" ma la frase risulta di difficile comprensione.

La stessa formula la si trova due volte a Pompei nella zona sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., sulla parete esterna del Duomo di Siena, in chiese, conventi, castelli dell'Alta Italia, in Francia, in Gran Bretagna, nella vecchi Buda (H) ed in Cappadocia.

Le parole comprese nel quadrato magico potrebbero avere un significato di matrice cristiana, essendo contenute per ben due volte le parole Pater Noster A O, ovvero Pater Noster Alfa e Omega.

Esso veniva anche portato al collo dai cristiani durante le persecuzioni nell'epoca classica quale segno di riconoscimento comune, nonchè a scopo protettivo ed a ricordo del fatto di essere figli del Padre nei cieli.

La ragione per cui il quadrato "magico" o meglio "sacro" sia finito a Castel Mareccio resta un mistero. Si sa solo che fu collocato nella torre a seguito della ristrutturazione del castello effettuata nel 1550 da parte della famiglia nella stanza che si presume essere stato il locale destinato al soggiorno delle guardie o l'ufficio del comandante.