Storia di Bolzano

Bolzano assumette una struttura urbana a partire dalla fine del XII secolo, quando il principe vescovo di Trento, detentore dei diritti comitali sulla zona, promosse la fondazione di un borgo mercantile nell'antico contesto di insediamenti sparsi e poco aggregati che caratterizzavano la conca bolzanina.

Bolzano conobbe così una prima fase di espansione urbana, fortemente caratterizzata dall'iniziativa dei principi vescovi e della nobiltà regionale (conti di Appiano, di Morit-Greifenstein, di Tirolo-Gorizia, signori di Vanga) e contrassegnata però da grande conflittualità. Soprattutto lo scontro tra i vescovi di Trento ed i conti di Tirolo, proiettati a creare una loro compatta struttura territoriale, assunse connotati di un vero e proprio conflitto militare avente come epicentro proprio la città sul Talvera.

Con il risolversi del contrasto a completo favore di Mainardo di Tirolo-Gorizia, alla fine del XIII secolo, e poi con con il sostanzialmente pacifico passaggio agli Asburgo nel 1363, il clima politico e sociale bolzanino sembrò avviarsi verso un periodo di relativa tranquillità e sviluppo economico, contrassegnato anche dai privilegi che gli Asburgo elargirono alla città, tra cui ricordiamo quello per il consiglio comunale concesso dal re Federico III nel 1442.

Soprattutto nel corso del XV secolo e nel primo Cinquecento lo sviluppo urbanistico ed edilizio della città subì un marcato processo di accelerazione e di addensamento, quando il duca Sigismondo prima e re Massimiliano I dopo fecero di Bolzano un centro economico e politico della contea del Tirolo.

In questa fase si accentuò notevolmente l'integrazione con i distretti circostanti di Gries e Dodiciville, alla cui aggregazione contribuì anche l'appartenenza ad una comune struttura ecclesiastica e giudiziaria.

Nel XVI e XVII secolo l'evoluzione dell'antico distretto cittadino verso un centro urbano di importanza sovraregionale continuò. Infatti la città, grazie anche alla notevole immigrazione dalle aree meridionali della Germania e dell'Austria, compì un salto di qualità a livello di insediamento di attività produttive, artigianali e mercantili. Questo processo sfocò poi, negli anni 1633-1635, nell'istituzione da parte dell'arciduchessa Claudia de' Medici del Magistrato Mercantile, un innovativo istituto di autogoverno dell'attività commerciale.

I proventi della produzione vinicola, delle attività connesse ai trasporti ed ai depositi di merci e quelli legati alle fiere arricchirono la consistenza ed il prestigio del ceto dei ricchi mercanti nel vecchio nucleo cittadino dei Portici: si iniziavano a delineare così le premesse della radicale evoluzione delle strutture economiche e sociali che si sarebbe avviata e compiuta nei secoli seguenti.

La Bolzano medievale fu un interessante esempio delle complesse dinamiche sociali, economiche e politiche che caratterizzarono anche altri nuclei urbani di area alpina, con il suo controverso rapporto con il "contado", vale a dire con un territorio circostante cui Bolzano apparteneva, ma da cui era anche giuridicamente, oltre che socialmente, distinta, con la presenza di ceti e classi sociali varie e tuttavia interagenti, con il graduale affermarsi di un ceto mercantile a danno dell'originaria èlite nobiliare proveniente dalla ministerialità vescovile, con il progressivo, benchè parziale ed incompleto, costituirsi di una autonomia comunale.

Dinamiche queste che sono ancora ben leggibili nel tessuto urbano e nelle emergenze architettoniche della città medievale, ove numerosi edifici, ancora esistenti o comunque documentati, testimoniano un passato dinamico ed articolato e spesso in antagonismo: i palazzi cittadini del vescovo e dell'amministrazione asburgico-tirolese, le case dell'originaria ministerialità e le case mercantili dei portici, le varie chiese, dalla parrocchiale, alle chiesette dei dintorni, alle importanti chiese degli ordini mendicanti, la fitta presenza di castelli e di ricche residenze rurali nel circondario.